Impicci Calderoni Torelle

Impicci Calderoni Torelle
Sito Impicci Calderoni Torelle

martedì 10 giugno 2014

Impicci

Località Impicci

Raggiungere questa località è molto semplice, infatti nel periodo autunnale e invernale è invasa dai cacciatori che si nascondono nella macchia per non essere visti dalle loro prede. Dalla Statale Appia, (1° segnaposto), si sale verso la 'galleria' militare (2°segnaposto), e una volta arrivati nei suoi pressi si ferma la macchina e si prosegue a piedi, se ci si vuole immergere nella macchia mediterranea e ammirare i panorami suggestivi dei Monti Aurunci, Monte Santa Croce, Montecassino, Gaeta e i Monti della Meta, essendo la zona piu' alta raggiungibile sul nostro versante avezzanese. Dalla galleria parte una stradina asfaltata costruita dagli americani nel dopo guerra, che termina all'ex Radar,(3° segnaposto) oggi abbandonato, e immerso nella macchia sempre piu' fitta.

Camminando sulla stradina passiamo dalla zona Monticello, dalla quale si può raggiungere l'altra parte della montagna, ma noi proseguiamo fino a raggiungere la Loc. 'Impicci', chiamata così dai nostri àvi, perchè molto insidiosa da coltivare, e siccome la sua esposizione è a nord, il sole d'inverno ci batte pochissimo, dando non pochi problemi ai contadini che raccolono le olive nei periodi freddi, costretti a fare i conti anche con 'la ferrata', brina invernale, e a volte anche con il ghiaccio, che non si scioglie tanto facilmente.









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Stradina montana che porta alla Loc. Impicci


Come dicevo prima, sarebbe più bello farsi questo tratto a piedi, così da poter assaporare tutto, sia la macchia mediterranea che i panorami sulla città di Sessa Aurunca. Sul nostro cammino incontreremo parecchi terreni coltivati ad oliveto, e parti però dove la macchia mediterranea a preso il sopravvento, soprattutto nelle alture e nei terreni abbandonati. Qui fanno da padroni i rovi, ma anche l'Arbutus Unedo (Corbezzolo) che in bassa quota non troviamo così facilmente, il Mirtus Communis (Mirto), nelle sue diverse varietà, oblungo, a bacca bianca (rarissimo), e a bacca tonda meno aspra, vittima di un drastico disboscamento, per opera di ignoti passanti, e per mano dei cacciatori che se ne servono per costruire capanni e le postazioni di caccia. Ogni tanto troviamo Quercus sp (Querce), che sono la testimonianza certa che in passato qui vi furono folti boschi, raro, ma visibile ogni tanto il Sorbus Domestica (Sorbo Domestico), che dopo i numerosi incendi degli scorsi anni, sta piano piano riprendendo a cescere, sui bordi della stradina e all'interno della montagna. Tra i terreni non mancano i fichi, ciliege, nocciole, amarene e ciliege selvatiche, raro o assente il castagno, che stranamente troviamo a quote più basse. Se puntiamo lo sguardo a terra, noteremo piantine aromatiche come la rucola selvatica (difficile da trovare poichè piccola), ottima commestibile e molto piccante, la Micromeria graeca (Issopo meridionale) che spesso staziona tra le rocce, l'Origanum vulgare (Origano) molto difficile da trovare visto che nasce tra l'erba alta, molto comune invece è l'Helichrysum Italicum (Elicriso) che con il suo odore secondo me racchiude tutta l'essenza della montagna, il comune Foeniculum vulgare (Finocchietto selvatico), del quale si prendono i semi per condire le carni e le olive, la Calamintha nepeta (Mentuccia) che invade il bordo strada. Comune in ogni balcone, ma rarissimo allo stato selvatico, esiste il Rosmarinus officinalis (Rosmarino), che vive nascosto nella macchia più aspra e difficile da raggiungere. Verso la fine, arrivati al bunker scorgiamo diverse piante di Pinus s.p. nate negli ultimi anni. Di tutte queste piante avevo avvistato anche un unico esemplare di Ceratonia siliqua (Carrubo), che oggi però non sono piu' riuscito a trovare, quindi non posso confermarne la presenza sul nostro versante avezzanese. Su questa pianta infatti ho dedicato un mio progetto di semina, per recuperare questo spettacolare esemplare dimenticato.

domenica 8 giugno 2014

Torelle

Località Torelle

Se percorriamo la via Sessa-Avezzano (1) proveniendo dal quartiere S. Agata di Sessa Aurunca, supereremo sulla nostra destra una fontanella, e un ponticello, entriamo in Avezzano, percorrendo la Via Pasquale Tuozzi, proseguendo si arriverà ad un incrocio (2), se vogliamo andare a visitare il suggestivo centro di Avezzano possiamo svoltare a destra, ma a noi interessa salire sulla montagna e andiamo a sinistra percorrendo la via Palmento, che si interromperà e da asfaltata diventerà sterrata, fino a trasformarsi in una strada da percorrere solo a piedi, con fuoristrada o con un mulo, che il satellite non riconosce piu'.


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Lasciamo la macchina appena possibile e proseguiamo a piedi, ci inoltriamo così nella boscaglia e ci accorgiamo subito che ai bordi della stradina sterrata che ci porterà nella località Torelle esistono piante enormi di Laurus Nobilis (Alloro), e di Sambucus Nigra (Sambuco). Salendo diretti alla località Torelle, ci accorgiamo che la strada diventa sempre meno agibile, e la macchia mediterranea rimasta intatta ai bordi dei terreni mostra tutto il suo splendore. Iniziamo a scorgere i primi terreni adibiti a coltivazione di Olea Europaea (Olivo), e sempre ai bordi degli appezzamenti ecco sbucare i primi arbusti di Myrtus Communis (Mirto), che si alternano alle alte piante persistenti di Alloro, e alle piante di Prunus Spinosa (Prugnolo), tutto tappezzato dal prepotente Asparagus Officinalis (Asparago).  Ad un certo punto la strada sterrata finisce e la montagna ci si apre davanti, mostrando stradine e sentieri percorribili solo da trattori, e da muli.






Siamo giunti nella località Torelle, tutta coltivata a oliveti, dai quali ogni tanto svetta qualche esemplare di Pinus Pinea (Pino), e di Castanea Sativa (Castagno), e non mancano esemplari eccezionali di Ficus Carica (Fico), con ai piedi soventemente piantine molto simili alla menta: Mentha Viridis (Mentastro) e Calamintha Nepeta (Nepetella) . Ai bordi dei terreni ogni tanto vediamo sbucare tra l'erba, rarissime piantine di Fragaria Vescia (Fragolina di bosco), Malva Silvestris (Malva) e piu' frequentemente di Borago Officinalis (Borragine), che sembra decisamente invadente.




Strada che porta alle Torelle

Bacche mature di Sambuco, molto frequenti nel sentiero 


  


sabato 7 giugno 2014

Avezzano e la sua montagna





Brevissimo inquadramento territoriale.  

La catena montuosa del Monte Massico è molto lunga, e noi stiamo analizzando solo una piccola parte.
Da come si evince nella mappa satellitare, partiamo dal Q.re S. Agata di Sessa Aurunca, (A) situato sulla Statale Appia, che percorreremo fino all'incrocio (B), poi percorriamo la stradina sterrata fino a raggiungere 'La Galleria' (C), ex avamposto militare abbandonato dagli americani. Da qui bisogna fermarsi parcheggiare la macchina e procedere a piedi, e immergetevi nella piu' sensazionale macchia meditterranea.

La montagna è suddivisa in diverse località, e noi cercheremo di analizzarne una per una, descrivendo le piante e gli arbusti che andremo ad incontrare.
 




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martedì 27 maggio 2014

La Compagnia, un successo o una sconfitta?

Anni fà ho voluto creare un sito, solo per sensibilizzare qualche arduo lettore, a non abbandonare i propri terreni, bensì a sfruttarli a pieno, piantando varietà di frutti scomparsi, che piacevano tanto ai nostri nonni; ho esortato ad innestare i selvatici che possono crescere nelle nostre terre, ed ha valorizzare, e salvaguardare quelle piante del nostro amato Massico, che rischiano di sparire.

Il Progetto difesa e piantagione, è un vademecum o una linea guida che ogni agricoltore, proprietario terriero, appassionato, può seguire. 

1. Difesa di frutti selvatici, aromatiche, frutti minori, antiche varietà, quindi preservare, e non abbattere e sostituire, o peggio abbandonare.

2. Nel contesto peggiore, possiamo, piantare noi stessi nelle nostre campagne, e propagare, quei frutti tanto cari ai nostri nonni, tipo il Castagno, il Carrubo, il Nespolo Giapponese, vecchie varietà di Pesche, Prugne, Mele, Pere, e potrei fare un elenco lunghissimo.
 




Poi esistono varietà selvatiche come il Corbezzolo, il Mirto, il Sorbo, la rara Fragolina di bosco, che meriterebbero più rispetto. 

Nel mio piccolo posso dire che almeno ho imparato a fare innesti, a seminare piante da seme, a propagare tramite talea e margotta. La strada è ancora lunga, e vado avanti.  

Visitate il sito della Compagnia per aggiornamenti, o per visitare un portale dedicato alla natura del Massico.


Ripristino vecchia vite


Anni fà avevo accennato ad un mio progetto, inerente, il recupero e la propagazione di un vecchio ''vigneto'', in realtà non si tratterebbe di un vigneto da recuperare, ma di un paio di piante di vite, uscite fuori dal nulla, nella campagna di nonno, mentre si tagliava l'erba.
Si dice che è quel che resta di un vecchissimo vigneto, di Aglianico? Aglianicone? Non ho idea, chi dice varietà Ianculella, chi Uva da Scasso ed infine Uva Lacrima, termini dialettali, a me sconosciuti.
Sono già diversi anni che proviamo a potarla, a fare margotte, talee, ma ancora siamo in alto mare.
Probabilmente l'anno prossimo prenderò delle barbatelle-portainnesto e le innesterò con il tempo, in modo da avere altre piante resistenti alla fillossera della vite.
Durante questo periodo abbiamo perso 2 piante radicate benissimo in vaso, ma in piena terra sono state travolte, una dai cinghiali, e l'altra da un decespugliatore ''distratto''.
Che dire, non demordo e vado avanti.
Quest'anno ho piantato in vaso, una margotta e 3 talee, e sembrano tutte in gran forma.
Non rimane che aggiornarci più avanti, ma se volete seguire la crescita delle viti, visitate il forum della Compagnia, nella sezione Agricoltura e Giardinaggio