Impicci Calderoni Torelle

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mercoledì 5 novembre 2008

Novembre 08: la raccolta delle olive sul monte Massico

Siamo ormai a novembre e la raccolta delle olive è entrata nel vivo. Chi ancora può farlo, perché ha tempo, o perché lo deve fare, è oggi sulla montagna a raccogliere le olive. Se si ha la fortuna di raccoglierle sulla pianta, è tutto di guadagnato, e il prodotto finito sarà sicuramente migliore, mentre se il vento o le intemperie hanno fatto cadere le olive allora si dovranno raccogliere per terra, tra l'erba e il fango, e il prodotto finito sarà meno pregiato, poiché i frutti tenderanno a marcire a contatto con il suolo. Una volta, la montagna era tutta un fermento, c'erano tutti nelle terre, dai nonni, agli zii, i nipotini, ancora acerbi e inesperti, correvano, ruzzolando tra i ciglioni, e i colori delle reti e le macchine dei 'raccoglitori' si potevano scorgere dall'Appia, oggi invece molti proprietari, anziani e stanchi, non sanno a chi passare la staffetta, e abbandonano i terreni, che in breve tempo verranno ricoperti dalle malerbe, e durante i periodi estivi il rischio incendi sarà alto.

Però qualche buon elemento è ancora presente sulla montagna, anche se parecchi si fanno l'olio solo per la casa. Bisogna calcolare che le colline di Avezzano, sono ricche di uliveti autoctoni, piantati secoli fà e propagati tramite talea, con metodi naturali. L'oliva principale delle colline a ridosso di Sessa Aurunca è la Cicinella o Sessanella, classica per olio, poi c'è l' Itrana o semplicemente Tanesca che può avere anche un uso da mensa data la buona pezzatura, e il Cicione o Ogliarola sempre autoctona del Massico. E' proprio la presenza di olive del genere che può permettere alla comunità di produrre olio D.O.P.



Varietà sessanella al frantoio di Sessa Aurunca


In effetti con questi presupposti qualche baldo giovanotto, potrebbe alzare il sedere dalla sedia del bar e andare a coltivare le terre, ricche di minerali, ed i romani l'avevano capito, anche con vitigni, tipo il Falerno appunto. Olio, vino e frutti in generale tipo la mela, la castagna, il sorbo, potrebbero essere una buona risorsa di sostentamento per i territori pedemontani. Speriamo per il futuro.